Il progetto di rimozione della specie aliena invasiva Procyon lotor nel Parco Adda Nord entra nella Fase 3, l’ultima di quelle originariamente previste nel primo accordo di collaborazione stretto nel 2014 fra Regione Lombardia e Parco Adda Nord.
È la cosiddetta fase di “monitoraggio pluriennale” e verrà attuata, come quelle che l’hanno preceduta, con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e l’Università dell’Insubria in virtù della convenzione operativa stipulata la prima volta nel 2016 e che proseguirà fino alla fine del 2021.
Parco Adda Nord e Regione Lombardia, a questo proposito, hanno firmato nelle scorse settimane un nuovo accordo di collaborazione che avrà valore fino al termine del prossimo anno e detterà i tempi e le modalità del monitoraggio ai fini della conferma del raggiungimento dell’obiettivo concordato con il Ministero dell’Ambiente e ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) della rimozione della specie.
Popolazione rimossa
Entriamo così nella fase conclusiva del progetto di eradicazione del Procyon lotor iniziato operativamente nel settembre del 2016 e durato fino al dicembre del 2019 che ha permesso la cattura di 69 procioni adulti. Nello stesso mese Parco Adda Nord ha trasmesso a Regione Lombardia e a ISPRA la relazione finale dell’attività in cui si sottolinea l’efficacia delle attività svolte e soprattutto il raggiungimento della rimozione della popolazione e delle potenzialità riproduttive. Per sancire il termine definitivo delle attività è necessario estendere per ulteriori due anni (come previsto dal programma operativo stilato nell’agosto del 2016) la fase finale di monitoraggio. Si tratta di una fase indispensabile per concludere e certificare ufficialmente l’esito positivo dell’intera operazione, durante la quale i pochi soggetti eventualmente catturati saranno conferiti in strutture autorizzate alla detenzione di animali pericolosi, già individuate dal Parco.
Il parere delle Università
L’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi dell’Insubria, che fin dall’inizio hanno collaborato al progetto, in un documento comune sostengono come “il proseguimento delle attività di monitoraggio indiretto e ulteriori interventi puntuali di rimozione sono indispensabili per una successiva fase di eradicazione totale del procione dal territorio del Parco Adda Nord. Il raggiungimento di tale obiettivo di rimozione consentirebbe di certificare, per la prima volta in Italia e in Europa dall’entrata in vigore del Regolamento 1143/2014, l’avvenuta rimozione di una specie come il procione, ritenuta tra le più pericolose al mondo. Al contrario, l’eventuale interruzione delle ultime fasi operative previste per il 4° e il 5° anno potrebbe vanificare le attività finora svolte”.
La cronistoria
Risalgono addirittura al 2003 i primissimi avvistamenti nella zona di Cassano d’Adda e poi, dal 2008, a Fara e Vaprio. Informato il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ritenuto che il proliferare dei procioni fosse un rischio per la conservazione della biodiversità locale. Il procione, inoltre, è inserito nella lista di specie animali pericolose per la salute e l’incolumità pubblica e nell’elenco delle specie invasive UE. Il Ministero sollecitò Regione Lombardia e gli enti territorialmente competenti ad attivare azioni di contenimento o eradicazione della specie alloctona. Anche ISPRA espresse parere favorevole per la realizzazione di interventi di controllo della specie fornendo indicazioni sull’attuazione delle stesse. Il primo studio elaborato da Parco Adda Nord e Regione Lombardia risale al 2013, nel 2014 il primo accordo, nel 2016 parte la fase operativa, nel 2017 il secondo accordo per completare il processo avviato.