COMUNICATO STAMPA N. 8 MAGGIO 2020 – IL NUOVO OBIETTIVO DEL PARCO: MIGLIORARE IL PATRIMONIO FORESTALE DELL’AREA PROTETTA ATTRAVERSO IL PIF

Il nuovo Consiglio di Gestione del Parco Adda Nord presieduto da Francesca Rota si pone un nuovo importante obiettivo: migliorare il proprio patrimonio forestale. Come? Attraverso l’adozione del Piano di Indirizzo Forestale (PIF), lo strumento di analisi e indirizzo per la gestione dell’intero territorio forestale. Il PIF di un parco regionale traduce gli obiettivi di conservazione e riqualificazione dei valori naturalistico-ambientali nella gestione del territorio forestale. Si inserisce nell’ambito del PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) che rappresenta la cornice di riferimento per le scelte relative all’assetto del territorio boscato. Ha una validità di 15 anni e per la sua stesura l’ente Parco si è servito della consulenza del dottore forestale Michele Cereda. È in corso di elaborazione, serve l’ok finale di Regione Lombardia. Si stima di averlo a disposizione entro la fine del 2020.

FINALITA’ GENERALI

Il PIF del Parco Adda Nord si pone due obiettivi generali. La conservazione (dei sistemi forestali in buone condizioni) e la ricostituzione (dei boschi degradati, specie le robinie) dei valori ambientali del bosco e il sostegno alla gestione forestale. Il Parco Adda Nord, in mancanza di altri soggetti, si prende l’impegno di farsi catalizzatore dei processi di gestione del bosco. In questo senso l’ente assume un ruolo attivo in questo senso, in maniera più significativa rispetto al passato.

OBIETTIVI DEL PIF

  • Buona gestione del bosco (conservazione attiva)
  • Miglioramento del bosco
  • Prevenzione del dissesto
  • Sicurezza dei visitatori
  • Ricostituzione dei boschi degradati
  • Miglioramento del paesaggio naturalistico-forestale
  • Costituzione di ambiti di eccellenza naturalistico-forestale
  • Conservazione e tutela dei sistemi boscati
  • Riqualificazione del bosco
  • Miglioramento della connessione est-ovest
  • Prevenzione del dissesto.

QUALCHE NUMERO

Il Parco Adda Nord ha una estensione di 8.965 ettari, di cui 1.798 (il 20% circa) di superficie forestale. Oltre la metà pari a 1.024 ettari (il 53%), secondo le stime più recenti, è ricoperta di formazioni antropogene come robinie, latifoglie e pioppeti. Il 10% (175 ettari) è di castagneti. In misure minori troviamo carpineti, querceti, orno-ostrieti, alneti, aceri-frassineti e aceri-tiglieti.

I PUNTI CARDINE

Sono molte le azioni sul territorio previste nel documento di misure di piano del PIF. Nell’ultima Comunità del Parco il consigliere delegato Luigi Esposito ha presentato quali possano essere le priorità da attuare nel breve-medio termine.

  • Gestione e mappatura delle aree boscate non classificate. Sono 84 per complessivi 44 ettari; sono da individuare come “Aree momentaneamente prive di vegetazione forestale” e si tratta di superfici che, sulla base delle osservazioni delle immagini tele rilevate, risultavano in passato occupate da bosco e che ora presentano un uso del suolo differente. Per una più chiara comunicazione delle problematiche relative ai boschi trasformati in assenza di autorizzazione, si propone di procedere all’individuazione cartografica delle superfici dove è stata effettuata la trasformazione per acquisire conoscenza circa le trasformazioni avvenute nelle superfici, e successivamente definire le possibilità di superamento della condizione di irregolarità per tali aree.
    A tal proposito nelle osservazioni d’ufficio è stata inserito un nuovo articolo che dà la possibilità di superare tali irregolarità.
  • Concessione di lotti boschivi sulla proprietà pubblica. Nel territorio del Parco sono presenti diverse superfici boscate di proprietà pubblica e, al contempo, sul Parco gravitano soggetti privati che annualmente necessitano di modesti quantitativi di legname per finalità energetiche. L’intervento prevede la predisposizione e l’assegnazione ai privati di piccoli lotti di taglio con modalità assimilabili all’uso civico. L’assegnazione può essere gratuita, a pagamento, o condizionata all’esecuzione di lavori di manutenzione del bosco e/o delle infrastrutture di servizio.
  • Intese con la proprietà per la conduzione organica pluriennale da parte del parco dei boschi abbandonati. Vista l’alta frammentazione della proprietà forestale, per incrementare l’efficacia delle azioni, il Parco, in presenza di fondi privi di gestione attiva del bosco, deve prima predisporre un database con l’elenco dei proprietari e in seguito prevedere forme di intesa con la proprietà per prendersi in carico la gestione di queste aree stipulando intese col privato e accordi con i soggetti che dovranno eseguire gli interventi (imprese boschive, aziende agricole).
  • Incentivazione della filiera bosco-energia. La possibilità di utilizzare gli assortimenti “di scarto” del bosco a fini energetici attribuisce un valore a materiale che altrimenti non ne avrebbe, e quindi può fungere da volano per l’attivazione di interventi di cura al bosco che altrimenti non potrebbero essere praticati. Obiettivo? Creare piccoli impianti in grado di utilizzare la legna per la produzione di energia termica per il riscaldamento di uffici pubblici o scuole.
  • Gestione nelle fasce di rispetto per elettrodotti. Si tratta di una misura sperimentale ed è rivolta a quelle porzioni di bosco che si trovano in prossimità di elettrodotti e che necessitano di tagli periodici. Spesso accade che in quelle aree il bosco degradi. È in corso di studio una modalità di piantumazione affinché ciò non accada. Si è pensato di ricorrere a piante arbustive (ad esempio il nocciolo) che necessitano di manutenzione meno frequente nel tempo.